Keys arrivò in Italia nel 1951 per la prima conferenza dell’ONU per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO). Mentre in America si registrava un’alta incidenza di infartuati, il prof. Bergami dell’Università di Napoli informava Keys che nella città le malattie cardiache non costituivano un problema. Fu così che Keys decise di approfondire gli stili alimentari partenopei di cui scriveva “Pasta variamente condita, insalate con una spruzzata di olio d’oliva, tutti i tipi di verdura di stagione e spesso formaggio, il tutto completato da frutta e in molti casi accompagnato da un bicchiere di vino”.
Lo studio andò avanti in altri paesi del Mediterraneo, fino ad arrivare alla conclusione che le popolazioni con uno stile alimentare, da lui ribattezzato Dieta Mediterranea e di cui l’olio d’oliva è un alimento portante, il rischio di malattie e mortalità per cardiopatie era molto più basso rispetto a quello delle popolazioni nordiche.