Ogni autunno, all'avvio della campagna olearia, si riaccende l'annosa questione sulla dicitura novello associata all'olio extravergine di oliva.
Come noto, l'espressione novello è propria del mondo del vino, facendo riferimento ad una specifica tecnica di vinificazione espressamente normata dalla legislazione nazionale.
Ma come resistere alle tentazioni del marketing e alle pressioni dei social? Ecco allora che per la legge dei vasi comunicanti una dicitura propria del vino si travasa all'olio: un peccato veniale, certo, ma che mortifica le aspettative, o meglio, i desideri di chi vorrebbe affermata la cultura dell'olio senza dover ricorrere alla luce riflessa del vino.
Spesso l'olio novello si identifica con un olio non filtrato, in pratica così come esce dalla spremitura delle olive, che magari sarà anche più corposo, ma andrà consumato in brevissimo tempo, prima che formi quella fastidiosa posa tanto pericolosa per la qualità dell'olio.
Altre volte all'olio novello è associata l'espressione "prima spremitura" che però nulla aggiunge all'olio extravergine, giacché da un'eventuale seconda spremitura delle olive si otterrebbe un olio che tutto sarebbe meno che extravergine.
Noi di e-olio a novello preferiamo l'espressione fresco, rintracciata in un attempato manuale di merceologia, che identifica l'olio extravergine dei primi mesi dopo la spremitura, quando presenta profumi e sapori spesso irruenti, a volte addirittura scomposti, che troveranno quiete e armonia verso il terzo/quarto mese di vita, quando l'olio si trasformerà in giovane per poi, col tempo, avviarsi alla maturità.
Del resto il buon olio extravergine è un prodotto VIVO.
E quindi? olio novello si o no? Novello è un aggettivo evocativo, familiare ai più e tutto sommato non ingannevole, ma noi di e-olio ne facciamo a meno.
Buon olio!